Ci sono giochi che non si fanno per vincere, ma per evocare. Dadi che rotolano nel silenzio di una taverna medievale, carte macchiate di vino e di peccati, e quelle leggende che dicono: se giochi a mezzanotte, non sei mai solo al tavolo. đź‘»
Dalle pagine di Balzac, Zola e Maupassant fino a Dickens e Zweig, il gioco d’azzardo emerge come simbolo della società borghese, tra ambizione, dipendenza e denuncia. Un’analisi trasversale tra letteratura e cultura che fa luce sul passato e sul presente.